Scacco al clan Lo Russo: blitz dei finanzieri, 3 in manette per riciclaggio e frode fiscale

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Sono accusate di riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e frode fiscale le tre persone a cui i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e personale del Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria hanno notificato tre arresti emessi dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea.

Scacco al clan Lo Russo: blitz dei finanzieri, 3 in manette per riciclaggio e frode fiscale

L’inchiesta ha portato alla luce un complesso sistema di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, con la complicità di un esponente di vertice del clan Lo Russo, Oscar Pecorelli, già condannato all’ergastolo per omicidio e detenuto dal 2010. Nonostante la detenzione, l’uomo avrebbe continuato a dirigere attività illecite grazie all’uso di strumenti di comunicazione clandestini e al supporto della moglie e del figlio, anch’essi destinatari di misure cautelari.

Le indagini hanno rivelato che gli arrestati, Oscar Pecorelli, cugino omonimo del boss in carcere, Vincenzo Bocchetti, 50 anni e Francesco Battimiello, 42 anni, avrebbero utilizzato prestanome per intestare fittiziamente immobili e imprese, cercando così di eludere il sequestro patrimoniale e agevolare il riciclaggio dei proventi illeciti. Tra le operazioni individuate, è emerso che un immobile soggetto a pignoramento veniva sfruttato per locazioni brevi a scopo turistico. Altri beni immobili sarebbero stati trasferiti a una donna nullatenente e a una società riconducibile agli indagati.

Particolarmente rilevante anche il coinvolgimento di aziende nella frode fiscale. Una società attiva nel settore della lavorazione e commercio di pellame avrebbe ricevuto ingenti somme di denaro di origine illecita ed emesso fatture false per oltre 7,5 milioni di euro. Un’altra impresa operante nella vendita di calzature avrebbe adottato lo stesso schema, con false fatturazioni in acquisto per oltre 2 milioni di euro. Le operazioni illecite avrebbero incluso anche l’acquisto di orologi di lusso all’estero, pagati tramite criptovalute per mascherare l’origine del denaro.

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