Camillo Esposito Scampia

Camillo Esposito voleva cambiare vita, o almeno ci stava provando a voltare pagina. Il giovane 29enne trucidato mentre si trovava dal barbiere sabato sera leggeva, studiava, per un periodo aveva anche provato a trovare un lavoro diverso. Aveva infatti cominciato ad occuparsi di pulizie per una ditta in alcuni stabili della sua zona. Un lavoro dignitoso e onesto.

Scampia, il 29enne ucciso aveva provato a cambiare vita

Quando si trovava in carcere, nel padiglione Firenze di Poggioreale, aveva provato ad allontanarsi dagli ambienti criminali. Uscito dalla casa circondariale, era andato a vivere con la madre, ma il padre, legato ai clan della zona, aveva cercato di attirarlo di nuovo nella rete della criminalità con regali costosi.

L’ombra della droga sull’omicidio

Ultimamente pare che Camillo si fosse riavvicinato ad alcuni ambienti malavitosi di Scampia legati al narcotraffico. Circostanze ancora da chiarire. Il 29enne potrebbe essere stato ucciso per punire uno sgarro, oppure per soffocare tentativi di mettersi in proprio nel business della droga. Sul caso sta indagando la Polizia, coordinata dalla Procura di Napoli. Intanto nel quartiere, dove da tempo regnava un clima di pace e rinascita, cala il terrore. L’incubo di una faida fa infatti tremare i residenti della periferia nord.

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