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Si aggrava il bilancio del crollo di un ballatoio alla Vela Celeste, nel quartiere di Scampia a Napoli avvenuto nella tarda sera di ieri. Due persone sono morte e tredici sono rimaste ferite.
 
Scampia, le vittime del crollo sono una donna e un uomo. 13 feriti
 
Le vittime sono un uomo di 29 anni, morto sul colpo, e una donna di 35, deceduta all’arrivo in ospedale. Tra i feriti ci sono sette bambini, di età compresa tra i 2 e gli 8 anni, che hanno riportato traumi, fratture e contusioni. A perdere la vita sono stati Roberto Abbruzzo e Margherita della Ragione. Il primo, macellaio di 29 anni e padre di una bimba, è morto sul colpo intorno alle 23.30. Margherita Della Ragione, invece, è spirata intorno alle 3 di stanotte al Cto, dove la 35enne era stata portata dopo il dramma nella Periferia Nord di Napoli. Tra i bambini ricoverati, due sono in gravi condizioni all’ospedale Santobono.

Interventi di emergenza e assistenza agli sfollati

L’edificio è stato evacuato e il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha attivato immediatamente il Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) per gestire la situazione. Insieme al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il prefetto ha coordinato gli interventi di messa in sicurezza dell’area e di assistenza per le persone rimaste senza casa. Sono stati disposti servizi di vigilanza e antisciacallaggio, mentre i servizi sociali del comune si stanno occupando dell’assistenza agli sfollati.

Cause del crollo

Il crollo, avvenuto intorno alle 23, ha causato il cedimento dei ballatoi dal terzo al primo piano. I vigili del fuoco hanno completato l’evacuazione dei piani superiori e stanno verificando la stabilità della parte colpita dell’edificio. La Polizia ha aperto un’indagine e al momento l’ipotesi più probabile è un cedimento strutturale.

La storia e il futuro delle Vele di Scampia

La Vela Celeste è una delle ultime strutture rimaste in piedi a Scampia, dopo l’abbattimento delle altre Vele per migliorare le condizioni abitative e cambiare l’immagine del quartiere associata alla criminalità. Recentemente, ad aprile, era stato annunciato un piano di rigenerazione urbana, finanziato con circa 18 milioni di euro, che prevede la riqualificazione degli spazi comuni, dei garage, dei porticati e dei collegamenti verticali della Vela Celeste. Questo progetto fa parte di un piano più ampio di recupero e riscatto del quartiere, concepito come un simbolo delle lotte e delle speranze della comunità locale. Le Vele, costruite tra il 1962 e il 1975 su progetto dell’architetto Franz Di Salvo, avrebbero dovuto includere centri aggregativi e spazi comuni per promuovere la socializzazione, ma queste infrastrutture non furono mai realizzate, contribuendo al degrado del complesso. Negli anni, sono invece diventate sinonimo di malavita e spaccio di droga, fino alla decisione di abbatterne la maggior parte e riqualificare le restanti.

La disperazione dei residenti

 

 
 
 
 
 
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