C’è una relazione del 2016, allegata al bando per l’assegnazione dei lavori di riqualificazione “Restart Scampia”. Il documento è stato acquisito dalla Procura e fornisce un quadro già chiaro delle condizioni di abbandono e fatiscenza dei ballatoi della Vela Celeste. Il rischio crollo c’era, ed era noto. Ma dopo otto anni quell’allarme è rimasto inascoltato.
Scampia, otto anni fa l’allarme in una relazione tecnica: “Gravi pericoli per i residenti”
Le istituzioni, stando a quella relazione, erano consapevoli del pericolo che sussisteva per i residenti. Un reticolo di collegamenti pedonali tra i vari piani che versava in uno stato di degrado causato da “fenomeni di forte corrosione per la scarsa manutenzione che si è protratta negli anni”, si legge nel documento.
A far scattare l’sos sui ballatoi un episodio registrato all’epoca e ricordato dall’ex presidente di Municipalità, Angelo Pisani: un agente di polizia scampò miracolosamente al crollo di un ballatoio durante un servizio ordinario ai piani alti della Vela Celeste. I campanelli d’allarme erano già suonati da tempo. E nessuno era intervenuto, nonostante le decine di famiglie che abitavano l’edificio.
L’inchiesta
La Procura di Napoli indaga per crollo colposo e omicidio colposo. Al lavoro il pm Manuela Persico, il collega Mario Canale e l’aggiunto Simona Di Monte. Per fare luce su eventuali responsabilità, è stato affidato un incarico di perizia a un ingegnere, che dovrà sciogliere i primi nodi legati al crollo del ballatoio: a chi spettava la manutenzione interna alla Vela? Come venivano effettuati gli interventi sui ballatoi? Erano a chiamata o programmati? Domande che meritano una risposta per dare giustizia alle tre vittime del crollo di lunedì 22 luglio.