Militari del Comando Provinciale Napoli, a seguito dell’ulteriore intensificazione dell’attività di vigilanza e contrasto alla contraffazione in relazione all’approssimarsi del periodo estivo, durante il quale il mercato illecito dei prodotti recanti marchi contraffatti (soprattutto capi di abbigliamento ed accessori da viaggio) registra tradizionalmente un aumento della domanda e dell’offerta, hanno sequestrato a Giugliano in Campania (NA) un ingente carico di tessuti e pellami contraffatti, avente un valore di mercato di circa 2 milioni di euro.
In particolare, i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Napoli, attraverso una estesa attività di analisi basata su informazioni significative poi riscontrate attraverso un capillare controllo economico-finanziario del territorio, hanno intercettato un autoarticolato che trasportava un ingente quantitativo di tessuti e pellami, riproducenti i noti marchi “Louis Vuitton” e “Fendi” contraffatti.
L’intervento repressivo – condotto in flagranza di reato – ha consentito di rinvenire e sequestrare unitamente al predetto autoarticolato, l’intero carico illecito, costituito da ben 107 rotoli di tessuto o pellame da 25 metri cadauno, così suddivisi:
nr. 97 rotoli di pellame con il marchio LOUIS VUITTON (per un totale di 4.122,50 m2);
nr. 10 rotoli di tessuto con il marchio FENDI (per un totale di 425,00 m2).
E’ stato, altresì, individuato il destinatario finale del carico: trattasi di un soggetto napoletano di 68 anni, già pregiudicato per reati di contraffazione, il quale, all’esito dell’attività, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria competente in quanto ritenuto responsabile del commercio di prodotti contraffatti e di ricettazione.
I militari operanti sono rimasti fortemente impressionati dalla pregevole fattura dei materiali in questione, che fa presumere come per la loro realizzazione siano stati impiegati macchinari industriali altamente performanti nonché sia stata utilizzata materia prima (tessuti e pellami) di alta qualità, al fine di replicare una mercanzia che avrebbe dovuto soddisfare una clientela sempre più esigente.
Gli investigatori ritengono che la merce fosse destinata ai numerosi laboratori clandestini dell’hinterland napoletano per la successiva lavorazione e che, appena giunta a destinazione, venisse impiegata per il confezionamento di articoli da viaggio ed accessori di “alta gamma” delle note maison della moda, fruttando agli organizzatori del traffico almeno il quadruplo dell’investimento iniziale consistente nell’acquisto delle materie prime e nel costo della manodopera necessaria per realizzare i prodotti finiti.
Naturalmente, il margine di profitto aumenta in maniera esponenziale quando i prodotti illeciti così realizzati vengono distribuiti sull’intera filiera della commercializzazione, rappresentata da negozi e boutique compiacenti, da outlet e bancarelle ovvero dai classici venditori ambulanti.