Si arena la legge sugli ecoreati: il Governo fa marcia indietro. Il testo torna in Senato

E’ stata discussa oggi la legge sugli ecoreati. Battaglia alla Camera del Movimento 5 stelle sul tema per far sì che il provvedimento venisse approvato punto per punto. Lo scontro è andato però nel vuoto perché i parlamentari  non hanno approvato l’emendamento sul divieto di “air gun” (metodo per scoprire giacimenti di petrolio), così la legge tornerà al Senato per una nuova approvazione (come prevede la costituzione e il bicameralismo perfetto).

Il disegno di legge avrebbe dovuto imporre gravi sanzioni per i delitti contro l’ambiente.

Legambiente e Libera, promotrici della legge fanno sapere:  “È un atto davvero incomprensibile che rischia di far fallire una rivoluzione di legalità e giustizia, che il Paese attende da 21 anni, per fare un favore alle società petrolifere, soprattutto straniere, interessate a cercare nei fondali marini quantitativi insignificanti di petrolio. È uno schiaffo ingiustificabile per le vittime delle ecomafie e dell’inquinamento che continueranno ad essere senza giustizia. L’esecutivo e la maggioranza che lo sostengono si stanno assumendo dunque una gravissima responsabilità. Continueremo a stare col fiato sul collo di governo e parlamento e seguiremo ogni passo della legge anche in questa quarta incomprensibile lettura del provvedimento, che poteva tranquillamente essere evitata”.

“I dati del Ministero dello Sviluppo Economico relativi alle riserve certe di petrolio presenti nei fondali marini italiani, dimostrano un’assoluta irrilevanza ai fini dell’indipendenza energetica: si tratta infatti di poco meno di 10 milioni di tonnellate di greggio, un quantitativo in gioco ridicolo che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a garantire il nostro fabbisogno energetico per sole 8 settimane. Le compagnie petrolifere interessate all’uso dell’air gun e che hanno presentato istanze di permesso di prospezione e di ricerca sono in totale 17, di cui 12 straniere (5 britanniche, 3 australiane, 2 norvegesi, 1 irlandese, 1 statunitense)”.

La discussione riprenderà quindi al Senato, dove la legge dovrà essere riapprovata punto per punto per poi tornare di nuovo alla Camera.

 

 

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