Gli agenti del Commissariato di P.S. “Frattamaggiore”, nella serata di ieri, hanno denunciato due donne, in stato di libertà, perché responsabili del reato, in concorso tra loro, di furto aggravato.
Una madre ed una figlia, infatti, pur essendo nel pronto soccorso dell’ospedale della zona per alcuni accertamenti, hanno approfittato dell’ingenuità di una giovane vittima che era in sala di attesa, per impossessarsi di uno smartphone.
Le due donne, avendo ascoltato le conversazioni di due giovani, uno dei quali sottoposto a visita all’interno del pronto soccorso, hanno agito scaltramente. La più giovane delle due, facendo credere che conosceva di vista i familiari del minore che stavano medicando, si è offerta di custodirne il telefono in attesa che giungessero i genitori.
In considerazione che all’interno del pronto soccorso non era possibile ricevere alcuna chiamata, per l’assenza del segnale di rete, e volendo entrare a vedere come stesse l’amico, il minore si è lasciato convincere dai modi gentili della donna, affidandole il telefono cellulare.
Inutile dire che il 17enne, uscito fuori dal pronto soccorso, non ha trovato più nessuno nella sala d’attesa, rendendosi conto d’esser rimasto vittima di un furto. Immediato l’allarme alla Polizia per denunciare l’accaduto.
I poliziotti della sezione “Volanti” del Commissariato di P.S. “Frattamaggiore”, giunti sul posto, hanno raccolto la denuncia del giovane, accorgendosi che l’infermiera addetta al “triage” chiamava ripetutamente il nome di una donna.
Quel nome attirava l’attenzione dei poliziotti, essendo identico a quello della moglie di un pregiudicato, sottoposto al regime degli arresti domiciliari. I sospetti degli agenti, infatti, erano fondati…
Recatisi nell’abitazione della donna, nell’edilizia popolare di Via Rossini, la stessa ha provato a negare un suo coinvolgimento nella vicenda. Innanzi alle continue contraddizioni della donna nel raccontare i fatti, i poliziotti l’hanno avvisata che avrebbero effettuato una perquisizione domiciliare.
Vistasi alle strette, la donna ha consegnato lo smartphone Huawei che era custodito dalla figlia. A.M. di 49 anni e N.D. di 27 anni, quest’ultima con precedenti specifici sono state denunciate.