Un peschereccio tunisino sperona motovedetta della Guardia costiera italiana. Guardia di Finanza risponde sparando 400 colpi. Nessun ferito. Tutti arrestati.
Sparatoria in mare
Sono 400 i colpi partiti da una motovedetta veloce 2000 della Gdf di Vibo Valentia che è stata speronata da un peschereccio tunisino. Ieri in porto a Lampedusa era approdato un barchino con 40 tunisini che ha attirato l’attenzione della Guardia costiera, partita subito dopo per verificare se vi fossero nei paraggi delle navi madre.
Arrivati a poche miglia dalla costa hanno individuato tre pescherecci, in acque territoriali italiane, che facevano finta di pescare. È stato intimato l’alt a uno dei natanti, ma l’equipaggio ha tirato a dritto. Così la Guardia costiera, che non è armata, ha chiesto l’intervento di una motovedetta delle Fiamme Gialle.
Sul posto sono arrivate due imbarcazioni militari, che hanno nuovamente intimato l’alt al peschereccio, che prima ha speronato l’imbarcazione della Finanza e da cui subito dopo è partito un colpo di pistola.
A quel punto il comandante ha dato l’ok per la risposta al fuoco. Sono partiti 400 colpi, mentre dalla seconda motovedetta, arrivata da Cagliari, si è tentato l’arrembaggio. Pare un finanziere sia anche finito in mare, ma subito dopo è stato recuperato.
Il barcone straniero, il Mohamed Ahmed, ha rallentato solo perché la cima del parabordo è finita nell’elica. Non ci sono feriti né tra gli uomini delle Fiamme Gialle, né tra i presunti scafisti, subito dopo accompagnati in porto.
Sono scattate le manette per il comandante dell’imbarcazione con l’accusa di rifiuto di obbedienza a nave da guerra e resistenza o violenza contro nave da guerra. Il peschereccio ora è a Lampedusa in stato di fermo.
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