Box in plexiglass per bagnanti a tre metri di distanza l’uno dall’altro. E’ lo scenario da incubo tratteggiato da alcune immagini che circolano su WhatsApp e in rete. Ma sarà davvero così l’estate ai tempi del coronavirus?
“E’ solo la trovata pubblicitaria di un’azienda del nord”, ha dichiarato a Tele Club Italia Salvatore Trinchillo, vicepresidente nazionale del S.I.B., il sindacato italiano dei balneari. “Per ora non c’è niente di certo. Non condividiamo le idee fantasiose e prive di confronto che stanno circolando sui social”.
Il mare ai tempi del coronavirus, le “gabbie” in plexiglass sono una trovata pubblicitaria
La diffusione delle immagini ha scatenato tra gli utenti una pioggia di critiche. L’idea di trascorrere una giornata al mare all’interno di una struttura in vetro o in plastica non piace a nessuno ed è stata bocciata in massa. Il rispetto delle norme di prevenzione contro il coronavirus rischierebbe di trasformare un momento di relax con gli amici o in famiglia in occasione di stress e disagio.
“Soluzioni del genere sono inaccettabili – ha specificato Trinchillo -. Intendiamo restituire la possibilità di godere della nostra costa in sicurezza senza però trasformarla in un ospedale o in un carcere a cielo aperto. Noi non proporremo nessun modello di gestione balneare finché non avremmo prescrizioni generali dal Ministero. Inutile fare il balletto delle fantasie in un momento di difficoltà”.
Incontro a Roma col Ministero della Salute
Lo scenario dell’estate al mare che ci aspetta si farà più chiaro soltanto la prossima settimana, quando i rappresentanti di categoria si recheranno a Roma, presso il Ministero della Salute, per concordare i parametri di sicurezza da rispettare e i criteri di riorganizzazione degli spazi. “Dal 3 maggio ripartiranno i lavori di manuntenzione e installazione”, ha spiegato il vicepresidente del S.I.B a proposito dell’avvio della fase 2. “Per quella data ci auguriamo di avere le coordinate dal Ministero per capire come riadeguare gli stabilimenti balneari alle esigenze di sicurezza”.
Il sindacato dei balneari chiede anche una normativa unica che sia valida per tutto il territorio nazionale. “Le ordinanze demaniali di sicurezza emanate dalla Capitaneria di Porto di solito variano da costa a costa. Questa volta sarebbe necessario un provvedimento unico per fronteggiare l’emergenza coronavirus in maniera omogenea da Nord a Sud”.
Resta infine il rebus delle spiagge libere. I rischi di assembramenti fuori controllo al di fuori degli stabilimenti balneari sono molti. Sarà compito delle autorità amministrative locali garantire il controllo dei tratti di litorale che non ricadono sotto la competenza dei concessionari privati. “Siamo gestori di un bene pubblico e faremo di tutto per poter fornire ai nostri clienti la massima sicurezza nella fruizione di svago e tempo libero – ha dichiarato in una nota congiunta il Presidente regionale SIB Confcommercio, Marcello Giocondo -. Ci auguriamo che i comuni facciano lo stesso per le spiagge libere”.