Strage di Miano, implode il clan Lo Russo. Ecco cosa sta succedendo

Miano. Un duplice omicidio sotto gli occhi dei bambini. I killer che hanno agito ieri in vico Cotugno, a Miano, hanno sparato con freddezza e determinazione. I loro obiettivi erano precisi. Domenico Sabatino e Salvatore Corrado, entrambi pregiudicati. Nessun margine di errore. Nessuno scambio di persona. Entrambi sono considerati affiliati al clan Lo Russo. Lo stesso clan attraversato da fibrillazioni interne ed indebolito negli ultimi mesi dal pentimento del boss Carlo.

Faida interna. Due gli scenari attualmente seguiti dagli investigatori per spiegare il duplice omicidio di ieri. Una scissione interna, la prima ipotesi. Un gruppo di ribelli con base a Chiaiano avrebbe deciso di emanciparsi dal vecchio clan dei “Capitoni”, ormai senza più una vera guida. A fronteggiarlo ci sarebbe però un gruppo di fedelissimi che, nonostante i pentimenti e gli arresti, non vuole cedere il passo e perdere il controllo del territorio.

Guerra tra clan. Oltre alla faida interna, l’altra pista battuta è quella “esogena”. Ad agire sarebbe stato un nuovo gruppo criminale, forse quello dei Mallo, pronti ad approfittare del vuoto di potere creato dalla cosca dei “Capitoni” per fare piazza pulita dei vecchi affiliati e prendersi il controllo delle piazze di spaccio. Questo gruppo potrebbe contare su nuovi accordi con altri clan storici dell’area nord, come i Licciardi di Masseria Cardone.

L’ipotesi degli investigatori. Ad accreditare, però, la prima pista, sarebbe un particolare determinante. Uno dei due uomini uccisi, Domenico Sabatino, vanta una storia criminale e familiare caratterizzata da numerosi scontri proprio con i Lo Russo. Suo padre Ettore entrò in aperto conflitto con Salvatore Lo Russo a causa del sospetto, rivelatesi poi fondato, che quest’ultimo fosse un ‘confidente’ delle forze dell’ordine. Nel 2013 Francesco, un altro figlio di ‘Ettoruccio’, fu trovato cadavere in una strada sterrata di Chiaiano. L’uomo, che era scomparso da diversi giorni, presentava sul corpo diversi segni di tortura.

Il pentimento del boss Carlo e lo sfilacciamento del potere criminale dei “Capitoni” avrebbe spinto Domenico Sabatino ad estendere le proprie ambizioni criminali e a regolare i conti con il passato. Un’alzata di testa che i rivali non gli avrebbero perdonato mettendolo a tacere per sempre.

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