L’Ilva di Taranto al centro del dibattito pubblico nazionale. Il premier Giuseppe Conte lancia, attraverso una lettera indirizzata ai ministri, l’idea di un “cantiere Taranto”. Lo scopo è recupero del territorio e la salvaguardia dei piani occupazionali.
Conte sull’Ilva di Taranto
La crisi della grande acciaieria pugliese sarebbe solo la punta dell’iceberg di un problema più vasto. Secondo il capo del Governo, infatti, Taranto versa in “una più generale situazione emergenziale”. Di fronte ad esso “reputo necessario aprire un ‘Cantiere Taranto’, all’interno del quale definire un piano strategico”. Il piano, prosegue il premier nella lettera, deve “offrire ristoro alla comunità, favorire l’occupazione e avviare la riconversione ambientale”.
Il primo ministro Conte chiama tutta la classe dirigente alle sue responsabilità per il rilancio del territorio tarantino: “Ci vuole un approccio globale e di lungo periodo. La politica deve misurarsi con una sfida complessa, che coinvolge valori primari di rango costituzionale, quali il lavoro, la salute e l’ambiente, tutti meritevoli della massima tutela, senza che la difesa dell’uno possa sacrificare gli altri”.
La lettera ai ministri
Il banco di prova per il ‘Cantiere Taranto’ sarà il consiglio dei Ministri del 14 novembre prossimo. Il premier invita i singoli ministri, nell’ambito delle proprie competenze, ad elaborare proposte e progetti nonché soluzioni normative su cui “avviare un primo scambio di idee”. La discussione – spiega – proseguirà poi “all’interno della cabina di regia che ho intenzione di istituire con l’obiettivo di pervenire, con urgenza, a soluzioni eque e sostenibili”.
La proposta di Zingaretti
Altro grande tema del dibattito pubblico nazionale sono le minacce alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta all’orrore dell’Olocausto. Secondo il segretario del PD, Nicola Zingaretti, è una grandissima personalita’, che si presenta benissimo per un ruolo” come quello del presidente della Repubblica. Lo ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “E’ un faro e un punto di riferimento della democrazia del nostro Paese”, ha aggiunto Zingaretti parlando a New York: “Se non fossi stato qui oggi, probabilmente sarei stato a Milano”.