Hanno violentato di una ragazza disabile nelle campagne di Avetrana, in provincia di Taranto. A finire in manette due uomini – cognati – arrestati dalla polizia di Mesagne. Si tratta di C.D., di anni 29, di fatto residente a Torre Santa Susanna e D.Q.S, di anni 46 rintracciato in provincia di Milano.
Il racconto choc della disabile di Avetrana
Dal racconto è emerso che le violenze sessuali subite dalla ragazza erano inflitte da C.D., convivente della sorella maggiore della vittima. A partecipare allo stupro anche il cognato di questo, D.Q.S., sposato infatti con la sorella dell’uomo. Agghiaccianti gli episodi confluiti nel fascicolo di indagini e sui quali, ora, i due indagati saranno chiamati a fornire spiegazioni e la loro versione dei fatti.
In una circostanza C.D., uscito per buttare la spazzatura, avrebbe convinto la vittima a seguirlo per poi appartarsi con lei in campagna alle porte di Avetrana, violentandola. In un’altra circostanza la violenza si sarebbe consumata vicino a un’abitazione nell’agro di Avetrana. E alle violenze avrebbe preso parte anche il 46enne D.Q.S., quando si trovava in Puglia per un breve soggiorno.
Le indagini
A condurre le indagini ggli agenti del Commissariato di Mesagne. Tutto è partito dopo la denuncia di una dirigente scolastica e un’insegnante di sostegno di un istituto secondario della provincia di Brindisi. I docenti hanno riferito che il giorno prima una loro alunna, affetta da disabilità, aveva fatto rivelazioni di particolare gravità circa una possibile violenza sessuale subita. La rivelazione fatta alle insegnanti era all’interno un biglietto che la ragazza aveva scritto di propria mano, su un foglio di carta esibito in Commissariato e acquisito per consentire lo svolgimento delle indagini, subito avviate d’intesa con la Procura di Brindisi.
La violenza di gruppo
La vittima ha riferito di quanto accaduto in audizione protetta dagli inquirenti e con l’aiuto di una psicologa. Le indagini hanno consentito di riscontrare un’altra parte del racconto della ragazza, ossia quella della violenza di gruppo, compiuta dagli arrestati: atto consumato sempre in campagna quando i due uomini avevano approfittato a turno della vittima. Non solo: dopo aver compiuto gli atti sessuali, hanno intimato alla giovane donna di non riferire nulla ai familiari, meno che mai alla sorella maggiore.
Dal racconto emerge come la ragazza avesse vissuto quanto subito come palese ingiustizia, tanto da richiedere di essere collocata in una struttura che aveva in precedenza frequentato e in cui si era trovata molto bene.Una volta ricostruito il tutto, il pm inquirente, Rosalba De Luca della Procura di Taranto ha chiesto ed ho ottenuto dal gip Pompeo Carriere la misura cautelare che ha indicato nell’esecuzione in regime di detenzione in carcere per la gravità dei fatti accertati.