Loredana Musmeci, direttore del dipartimento Ambiente e Prevenzione primaria dell’Istituto superiore di sanità è la coautrice dello studio dell’ISS che ha certificato l’aumento dei tumori nella Terra Dei Fuochi e la mortalità infantile. Ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Mattino: “Abbiamo scritto con chiarezza che i dati sull’incidenza dei tumori nella Terra dei fuochi, pubblicati nel nostro ultimo report, hanno fornito risultati analoghi ad altre zone inquinate del Paese, sono cioè in linea rispetto agli altri 44 siti italiani di interesse nazionale per le bonifiche. Vuol dire che la situazione di questa fetta della Campania non è affatto diversa da quella di Taranto o Porto Marghera, di Porto Torres o di Gela. Davvero non comprendiamo tanto scalpore di fronte a numeri vecchi per giunta, di cui nessuno nega l’importanza, tanto che intendiamo estendere lo studio. Taranto è nella stessa situazione.
Quello che diciamo è che il fenomeno di contaminazione è una possibile causa o concausa dell’eccesso di mortalità. Mi dispiace, anche per don Patriciello, ma la situazione non è come la dipingono i movimenti. Non posso dire cose diverse da quello che la comunità scientifica mi obbliga con l’evidenza a dire. L’area della Terra dei Fuochi compresa nella provincia di Napoli mostra negli uomini un’incidenza dei tumori superiore dell’11% a quella della popolazione di riferimento e una mortalità superiore anch’essa dell’11%. Nelle donne si scende rispettivamente al 9% e al 7%. Nella provincia di Caserta, per quanto riguarda la mortalità, l’eccesso è del 9% fra gli uomini e del 4% fra le donne. Un eccesso di rischio per tutti e tre gli indicatori considerati (mortalità, ospedalizzazione e incidenza tumorale, ndr), in entrambi i generi, è stato osservato per i tumori di stomaco, fegato, polmone e vescica, e della mammella fra le donne. Sempre sul versante casertano, eccessi di mortalità e ricoveri hanno riguardato i tumori di stomaco e fegato sia nei maschi sia nelle donne”.