Primo interrogatorio nel carcere di Poggioreale per Umberto Accurso, il presunto boss reggente della Vanella Grassi di Secondigliano catturato pochi giorni fa in via Bixio a Qualiano dopo quasi due anni di latitanza. Il 24enne – considerato anche il mandante della sparatoria contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano per una questione relativa alla custodia dei suoi due figli – è stato ascoltato dagli investigatori che lo ritengo responsabile di 4 omicidi: quelli dei fratelli Antonio e Carlo Matuozzo, di Luigi Montò e di Raffaele Stanchi (detto Lello Bastone). Il duplice omicidio di questi ultimi due, ritrovati carbonizzati il 9 gennaio 2012 all’interno di un’auto abbandonata a Melito, è considerato quello che ha avviato la cosiddetta terza faida di Scampia .
Il delitto Stanchi-Montò – come emerge dall’ordinanza della Dda che lo scorso 4 maggio ha azzerato i vertici dei cosiddetti “Girati” della Vanella Grassi (LEGGI) – avrebbe rappresentato il battesimo di fuoco di Accurso ed avrebbe caratterizzato anche l’inizio della sua parabola da gregario a “dirigente” della cosca di Secondigliano.
Durante l’interrogatorio in carcere, però, il baby-boss ha negato tutte le accuse. “Non c’entro niente” ha detto replicando agli investigatori con risposte secche e sintetiche. Contestata anche una sparatoria al Lotto P di Scampia ma il boss ha ricordato agli inquirenti che all’epoca non si trovava in libertà. Oltre alle 4 ordinanze notificate, Accurso è già stato condannato a 10 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo camorristico ma si attende la pronuncia della Cassazione, visto che la sentenza è stata impugnata dal suo difensore. Il presunto reggente della Vanella Grassi – così viene descritto da alcuni collaboratori di giustizia – ha deciso dunque di non restare in silenzio e difendersi.