Hanno sparato tra la folla, in pieno giorno, i sicari di Raffaele Malvone, 29enne trucidato nei pressi di una salumeria di Torre Annunziata. Un’esecuzione in perfetto stile mafioso consumatasi in via Plinio sotto gli occhi attoniti dei presenti.
Torre Annunziata, 29enne ucciso tra la folla: è il nipote del boss
I due killer, a bordo di uno scooter, sapevano di trovare Malvone all’esterno del negozio e alle 13.06 sono entrati in azione. Pistola in direzione del bersaglio, dito appoggiato sul grilletto, poi chi brandiva l’arma ha aperto il fuoco: tre gli spari, il rumore metallico ha squarciato la calma di una domenica di primavera.
La vittima è caduta sotto i proiettili, esplosi a distanza ravvicinata, mentre era all’esterno di una salumeria. Quando sono intervenuti i soccorsi, Malvone respirava ancora. Durante il tragitto in ambulanza, però, le condizioni del 29enne sono precipitate e all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia è arrivato senza vita.
Identikit della vittima
Ma chi è il 29enne freddato come un boss? Per gli inquirenti Malvone era un esponente del clan Gallo-Cavallieri, egemone nell’area vesuviana, in guerra con gli Gionta. Ma soprattutto – riporta Il Mattino – è il nipote del boss Francesco Gallo, detto ‘o pisiello, attualmente detenuto, finito alla ribalta delle cronache per aver concesso la sua lussuosa villa alla serie Tv Gomorra, che la usò per ambientare la residenza del boss della fiction Pietro Savastano. Gallo, tra l’altro, impose anche il pizzo alla casa cinematografica, in seguito al sequestro temporaneo di quella casa.
Rispetto al boss, Raffaele Malvone era un uomo libero: circa un anno fa era stato scarcerato dopo essere rimasto coinvolto nell’operazione “Mano nera”, che portò prima all’arresto e poi alla condanna in Cassazione di una cinquantina di persone. Tra loro, c’era anche il giovane che fu condannato in Cassazione a otto anni di reclusione.
Le indagini
Sull’omicidio del 29enne indagano i poliziotti della squadra investigativa del commissariato di Torre Annunziata, agli ordini del dirigente Stefano Spagnuolo. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, c’è quella di una epurazione interna ma anche una possibile risposta ad un altro agguato avvenuto nella tarda serata di lunedì scorso in cui era rimasto gravemente ferito Luigi Guarro, 44 anni, diversi precedenti alle spalle e considerato vicino al clan Gionta.