Torre Annunziata, amante del boss “punita”: pestaggio e rapina in strada, poi l’assalto con forbici e pistole

Torre Annunziata. Il suo unico errore era quello di essere stata l’amante di un pregiudicato della zona, esponente di vertice del crimine organizzato. Una love story che ha scatenato la rappresaglia della famiglia e della moglie di lui. Diverse la aggressioni documentate ai danni di una 45enne di Torre Annunziata, di sua figlia incinta e di sua mamma. E poi minacce e offese sui social e su WhatsApp.

Torre Annunziata, amante del boss rapinata e picchiata

Partiamo dai nomi. I militari della Compagnia di Torre Annunziata hanno arrestato 7 persone, di questi 6 sono familiari dell’uomo: la moglie, le quattro figlie e un figlio. I destinatari sono Vittorio Nappi, Salvatore Iovene, Anna De Simone, Patrizia Iovene, Annunziata Iovene, Miriana Iovene e Valeria Iovene. Secondo la ricostruzione degli inquirenti la vittima, una 45enne del posto, avrebbe avuto una relazione extraconiugale con un noto pregiudicato di Torre Annunziata; la moglie di lui l’avrebbe scoperto e sarebbe partita quindi la ritorsione.

Le indagini partono da aprile, dalla denuncia della vittima che racconta ai carabinieri di una brutale aggressione e di due uomini che le avevano portato via l’automobile. E’ il 7 aprile quando parte la spedizione punitiva a Boscoreale, comune a pochi chilometri da Torre Annunziata, dove la donna si era trasferita per sfuggire alle pressioni e alle minacce dei suoi aguzzini. Un furgone bianco affianca la sua auto. Vittorio Nappi e Salvatore Iovene scendono dal loro veicolo, la tirano fuori dall’abitacolo della macchina e cominciano a prenderla a pugni e calci. Un violento pestaggio in pieno giorno.

Dopo la violenza, la donna riesce ad alzarsi e a rifugiarsi a casa dell’amica. Sul posto nel frattempo arrivano agguerrite le cinque donne, mentre i due uomini scappano con l’auto della vittima. La De Simone viene armata di pistola, mentre le altre impugnano delle forbici. A salvare la 45enne dalla furia delle malviventi l’arrivo tempestivo dei carabinieri. La macchina rubata verrà poi trovata vicino casa dei due giovani, in via Cuparella, a Torre Annunziata.

I messaggi su WhatApp stile Gomorra

Ma fanno rabbrividire i messaggi inviati alla vittima su WhatsApp e recuperati dagli investigatori. “Te ne sei dovuta andare da Torre, abbiamo fatto bene a uccidere quel bastardo (forse riferendosi al feto perso dalla figlia della 45enne). Adesso andiamo a prendere anche tuo figlio. Chiuditi se non vuoi trovare la tua testa sui binari. Ovunque sei, ti troviamo e ti veniamo a schiattare la capa”, si legge. Un linguaggio in perfetto stile Gomorra che emerge dall’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha autorizzato i sette arresti ai danni della famiglia del boss.

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