Ubriaco cerca di uccidere moglie e figlie guidando a folle velocità: arrestato 47enne a Cercola

Una madre e le sue figlie, vittime del marito e padre alcolista e violento. Sopravvissute ad una folle corsa in auto grazie ad un operatore della centrale operativa che si è finto un dipendente di una pizzeria. È una storia incredibile, quella che arriva da Cercola, in provincia di Napoli, e che avviene a poche ore del 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. 

Ubriaco cerca di uccidere moglie e figlie in auto

Andiamo con ordine. È l’una di notte. L’uomo, un 47enne originario di Casoria e visibilmente ubriaco, raggiunge in auto moglie e figlie di 11 e 15 anni. Erano a cena dalla cognata, e lui è lì per riportarle a casa.

Mamma e figlie se ne accorgono e gli chiedono se è in grado di guidare. Lui le spinge nell’abitacolo e chiude le sicure. La cognata assiste alla scena e chiama il 112, lanciando un primo allarme. 

La folle corsa

L’auto parte a folle velocità. Ad ogni svolta, ad ogni curva il 47enne compie manovre azzardate. Tenta di far schiantare l’auto, per uccidere tutta la famiglia.

L’operatore della centrale operativa attiva le ricerche ma non sa con precisione dove si trovino. Così contatta la vittima, fingendo di essere il dipendente di una pizzeria. La donna comprende e in modo discreto fornisce le indicazioni. Il carabiniere in centrale riesce così a raccogliere le informazioni necessarie e manda sul posto le pattuglie.

L’intervento dei Carabinieri

I militari della tenenza di Cercola arrivano in pochi minuti e bloccano la strada al 47enne. Le tre donne riescono a liberarsi e fuggono. L’uomo è fuori di sé: prova ad aggredire moglie e figlie, anche in presenza dei militari. L’intervento dura diverse ore. Alla fine il 47enne verrà fermato, anche se con molta difficoltà, grazie al supporto dei sanitari del 118.

Verrà portato all’ospedale del Mare e poi al carcere di Poggioreale. Maltrattamenti in famiglia aggravati: è l’accusa a cui dovrà rispondere.

Mamma e figlie adolescenti, invece, vengono accompagnate in caserma: ai militari confessano le violenze che hanno dovuto subire e la paura che le ha accompagnate per un anno. Solo dopo l’arresto dell’uomo, le tre donne hanno trovato il coraggio per raccontare tutto. Un incubo che si è finalmente concluso.

 

Ti potrebbe interessare

Torna in alto