Vitulazio. Crivellato di colpi mentre si trovava nei pressi di un locale, dopo ventotto anni i Carabinieri hanno arrestato i mandanti e gli esecutori dell’omicidio. La vittima, Michele Borriello, classe ’63, fu raggiunta da ben undici proiettili. Nell’agguato rimase gravemente ferito anche un giovane del posto.
Ucciso per soldi nel Casertano, 4 arresti nel clan dei Casalesi
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e Latina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare presso le Case Circondariali di Milano “Opera” e L’Aquila, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 4 (quattro).
La misura cautelare colpisce elementi di spicco del clan dei Casalesi, tra i quali SCHIAVONE Walter, detto “Walterino”, ritenuti responsabili dell’omicidio di Michele BORRIELLO, detto Pellecchione.
Nell’agguato era rimasto gravemente ferito anche un giovane del posto, che si trovava occasionalmente in compagnia della vittima, al quale le gravi lesioni riportate procurarono danni fisici permanenti.
I ruoli
I provvedimenti restrittivi costituiscono il risultato di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, avviata nell’anno 2017, che ha consentito di accertare i ruoli e i compiti di ciascuno.
SCHIAVONE Walter, attualmente detenuto, è stato il mandante dell’omicidio. PANARO Sebastiano detto “camardone”, esponente di primo piano del clan dei Casalesi, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di L’Aquila, è stato l’autore materiale dell’omicidio. BUONAMANO Domenico e DI GAETANO Giovanni hanno trasportato sul luogo del delitto PANARO Sebastiano, a bordo di un’autovettura rubata poi data alle fiamme;
La ricostruzione
Borriello fu ucciso, forse a causa di una non florida situazione economica, poichè chiese un maggior coinvolgimento nel clan. E, a causa del rifiuto ricevuto, aveva iniziato ad appropriarsi dei proventi dell’attività estorsiva eseguita per conto del gruppo criminale.
Nel 1990 fu già condannato in via definitiva alla pena della reclusione di anni 10 e mesi 8 Abbate Antonio. Abbate è un altro elemento di spicco del “clan dei Casalesi”, ora collaboratore di giustizia.