Chiesto l’ergastolo per i presunti quattro assassini di Maurizio Cerrato, il 61enne custode del Parco Archeologico di Pompei ucciso per aver difeso la figlia che aveva parcheggiato l’auto in un tratto di strada di cui una famiglia rivendicava la proprietà.
Torre Annunziata, Maurizio Cerrato ucciso per un parcheggio: richiesti quattro ergastoli
A formulare la richiesta di condanna è la Procura di Torre Annunziata alla Corte di Assise, chiamata a giudicare i quattro indagati accusati dell’omicidio di Cerrato, avvenuto nell’aprile del 2021. Alla sbarra i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella, oltre a Francesco e Antonio Cirillo. Nel corso della requisitoria, per la famiglia dell’ex custode erano presenti come in tutte le udienze, visibilmente affrante, la vedova e la figlia della vittima, difese dall’avvocato Giovanni Verdoliva.
Il prossimo step processuale è previsto per il 21 marzo, quando si concluderanno le arringhe degli avvocati della difesa. La sentenza della Corte è annunciata per lo stesso giorno. In quella circostanza, tra poco meno di due settimane, ci sarà la parola fine su una vicenda che ha scosso l’intera comunità di Torre Annunziata per la gratuità della violenza e la vile aggressione del branco ai danni di una sola persona per una questione di parcheggio.
Soddisfatte – come spiega Anteprima24 – Tania e Maria Adriana Cerrato, rispettivamente moglie e figlia maggiore di Maurizio. “Siamo riconoscenti alla polizia giudiziaria e alla Procura di Torre Annunziata che sia in relazione alle indagini sia in relazione alla condotta in dibattimento ha mostrato una fortissima preparazione e dedizione alla causa e un fortissimo senso di giustizia”, ha dichiarato l’avvocato di famiglia Verdoliva.
“Tenetelo fermo”, poi la coltellata al petto
La vicenda risale all’aprile del 2021, quando Maurizio intervenne per difendere la figlia, Maria Adriana, che aveva parcheggiato l’auto in un angolo di strada che la famiglia Scaramella riteneva di sua proprietà. Dopo una prima aggressione verbale e fisica con il crick di una macchina, in tre tornarono sul luogo della lite per regolare definitivamente i conti con chi, dal loro punto di vista, aveva violato il loro territorio. Cerrato fu tenuto fermo da due persone mentre una terza gli sferrò una coltellata al petto che risultò fatale. Ad assistere inerme alla scena la figlia della vittima. Ora rischiano l’ergastolo Antonio Cirillo, che ha confessato la coltellata mortale, i fratelli Giorgio e Domenico Scaramella, accusati di aver organizzato e istigato la spedizione punitiva, e Francesco Cirillo, papà del primo, che era nel gruppo dei quattro.