Ucciso per un ricorso al Tar contro Grillo, ecco la verità sull’omicidio Passarelli

Dopo quindici anni si chiude il cerchio sull’omicidio dell’imprenditore Vincenzo Passarelli, avvenuto il 27 gennaio 1998. I carabinieri di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre persone ritenute esponenti del clan camorristico Belforte, gruppo malavitoso alleato dei Casalesi. Tra i destinatari del provvedimento c’è anche l’imprenditore Angelo Grillo, già arrestato a conclusione di diverse inchieste per una serie di appalti irregolari per la pulizia in strutture dell’Asl di Caserta. Secondo quanto emerso dalle indagini, eseguite dai militari dell’Arma e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Passarelli fu ucciso perché presentò un ricorso al Tar della Campania contro l’aggiudicazione di un appalto presso l’Azienda sanitaria casertana a favore di Grillo. Dalle ricostruzioni degli investigatori, l’uomo fu prima minacciato affinché ritirasse il ricorso e poi ucciso. Per i magistrati, l’omicidio del titolare della Igea Sud, concorrente di Grillo nella gara, fu commissionato dallo stesso imprenditore ai vertici del clan Belforte. Fu Grillo a fornire una pistola illegalmente detenuta affinché l’omicidio fosse eseguito con una sua arma. Le indagini sull’omicidio di Passarelli – informa il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli – hanno avuto una svolta nel marzo 2012 dopo l’ascolto di alcune conversazioni telefoniche e intercettazioni ambientali disposte per smantellare una serie di appalti “pilotati” per la fornitura di servizi nel Casertano. Un contributo alle indagini è stato fornito anche da alcuni collaboratori di giustizia.

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