Ucciso per una scarpa sporcata, parla il fratello del killer: “A Napoli può capitare”

Sono dichiarazioni agghiaccianti quelle captate dalle forze dell’ordine in carcere. Soprattutto se a pronunciarle è Luigi Valda, 25 anni, fratello di Francesco Pio Valda, il 20enne accusato di aver ucciso Francesco Pio Maimone a Mergellina per un diverbio scoppiato all’esterno degli chalet. “A Napoli sono cose che succedono. Può capitare che muoia un innocente”, sono le sue parole.

Ucciso per una scarpa sporcata, parla il fratello del killer: “A Napoli può capitare”

A riportare il contenuto delle intercettazioni è l’edizione odierna di Repubblica. Luigi Valda ammette che l’accaduto sia “una stronzata” ma, tutto sommato, trapela dalle sue dichiarazioni, nulla di così grave. Un danno collaterale nelle logiche criminali che governano i rapporti sociali a Napoli. “A Napoli sono morti i bambini che non c’entrano niente in mezzo alla strada”, prosegue il 25enne nel suo ragionamento dopo aver saputo dell’accaduto e del fermo ai danni del fratello.

Le intercettazioni risalgono al 21 marzo. Luigi Valda, in carcere, parla con due donne appartenenti alla sua famiglia di quello accaduto poche ore prima agli chalet. I tre confabulano e commentano i motivi che avrebbero portato al litigio e quindi agli spari. La vicenda è nota: Francesco Pio Valda si inalbera ed estrae la pistola dopo che qualcuno inavvertitamente ha sporcato le sue scarpe griffate da 1000 euro. 

“Non stanno bene con la testa”, dice Luigi Valda. Ma poi spiega che “può capitare a Napoli e che in città” ci sono vittime innocenti e che è “capitato anche ai bambini”. Il 25enne aggiunge poi che spera che non venga contestata al fratello l’aggravante del metodo mafioso.

Il Riesame boccia l’istanza di scarcerazione

Intanto la Decima sezione del Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dal difensore legale di Francesco Pio Valda. Per i giudici non c’è dubbio: è stato lui a sparare a Maimone. Dalle indagini è inoltre emerso che dieci giorni prima dell’omicidio, il 20enne, insieme a un’amica e una donna, si stava esercitando a sparare con due pistole.

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