I fatti si consumarono nel 2010 sull’isola di Ponza. Una donna di 26 anni residente a Bologna raccontò di aver conosciuto un ragazzo che lavorava nell’installazione delle luminarie di San Silverio e si lasciò convincere ad andare a casa, ma nell’appartamento trovò altri quattro colleghi del ragazzo.
Nell’appartamento fu violentata. La tenevano ferma in tre mentre ciascuno, a turno, abusava di lei. Momenti orribili. Solo dopo più di un’ora l’avevano liberata e lasciata davanti ad un bar.
Qui la giovane, di 26 anni, che era vergine, aveva chiesto aiuto ed era stata accompagnata al pronto soccorso. Poi a Formia, per le analisi necessarie in questi casi. Sui tamponi però non sarebbe stata trovata traccia di liquido seminale, ma ferite nelle parti intime che avevano costretto la malcapitata a restare in ospedale per due giorni. Era stata la stessa ragazza a ripercorrere con grande difficoltà in aula le fasi della violenza.
Il processo è durato sette anni e sono arrivate due condanne e due assoluzioni, mentre un quinto operaio scelse il rito abbreviato beccandosi otto anni. I giudici hanno dunque condannato a otto anni Francesco Ferrari di Marcianise e Giovanni Campanile di Caserta; assolti invece Igor Zazuliak e Francesco Nuzzolo di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa aveva chiesto per tutti dodici anni di reclusione, ad eccezione di Nuzzolo per il quale erano invece stati chiesti dieci anni.