“Zone rosse” e chiusure mirate per evitare il lockdown totale. È questa la linea del governo di fronte alla salita del numero dei contagi. Con un limite già fissato: l’indice Rt superiore a 1,5 per tre settimane di seguito.
È il livello di allerta, individuato dagli scienziati, la linea oltre la quale potrebbero essere decise serrate anche per settori ritenuti strategici. Ma con un obiettivo già stabilito: tenere aperte le scuole e le attività produttive. Ecco perché l’attenzione è puntata sul monitoraggio settimanale del ministero della Salute che arriverà oggi pomeriggio.
Per giovedì 15 ottobre è infatti atteso a Palazzo Chigi un nuovo Dpcm, più corposo, che porterà con sé restrizioni più stringenti.
La situazione dei contagi e il rischio di un nuovo lockdown
Il Governo Conte ha scelto di prendere tempo, per valutare con attenzione la situazione epidemiologica che ha subito una brusca virata.
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Dopo il boom di casi Covid registrato giovedì 8 ottobre, con lo sfondamento della soglia di positività a oltre 4.500 (4.458 per l’esattezza, a fronte di 128.098 tamponi effettuati) secondo le prime indiscrezioni è molto probabile che arriveranno nuove restrizioni su locali, feste, negozi e palestre.
Per quanto il premier Conte continui a ribadire che no, non ci sarà un altro lockdown nazionale, molto dipenderà da come si muoverà la curva dei contagi. La maggioranza in proposito non è compatta. Impossibile immaginare un nuovo stop alle attività produttive e commerciali? Forse. O almeno è quanto si augura il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Dpcm 15 ottobre, le possibile restrizioni
L’obiettivo è scongiurare a tutti i costi il ritorno alla fase pandemica acuta, quella di marzo/aprile. Tuttavia, se la situazione dovesse precipitare, alcune misure drastiche sarebbero già pronte:
- mini-lockdown territoriali
- coprifuoco per bar, ristoranti e locali con chiusure anticipate
- restrizioni agli eventi di massa, come trapelato dal Comitato Tecnico Scientifico
- limitazioni al numero di invitati o presenti a feste e cerimonie
- limitazioni al numero di clienti all’interno dei negozi
- limitazioni al numero di partecipanti ad attività sportive nei luoghi chiusi, comprese le palestre, ma non chiusure totali
- stop agli assembramenti davanti alle scuole, agli uffici e nei luoghi pubblici, compresi le fermate dei mezzi pubblici, come già succede in Piemonte
- divieti di accesso nelle strutture sanitarie per le visite ai malati