“Michele Zagaria mi ordinò nell’aprile del 2009 di progettare un attentato contro l’ex sindaco di Casapesenna Giovanni Zara, ma mi raccomandò di farlo passare come un incidente. ‘Vivo o morto non mi interessa, gli va data una lezione’, mi disse il boss”.
Il collaboratore di giustizia Michele Barone, una volta fedelissimo del boss dei Casalesi Michele Zagaria ha messo nero su bianco le accuse formulate durante l’interrogatorio reso circa un anno fa alla Dda di Napoli, in cui per la prima volta ha svelato il piano ordito da Michele Zagaria per eliminare un ex sindaco scomodo, Giovanni Zara. Lo ha fatto durante l’odierna udienza del processo che si sta svolgendo nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), in cui il capoclan è imputato insieme ad un altro ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria. L’omicidio di Zara saltò dopo le dichiarazioni rese dall’ex primo cittadino contro alcuni consiglieri pubblicate sulla stampa. “Perché naufragò il piano?” ha chiesto il pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano a Barone. “Non agimmo più perché Zara – ha spiegato Barone – probabilmente durante un comizio per le elezioni convocate dopo la sua caduta, fece alcune dichiarazioni contro alcuni consiglieri comunali che lo avevano sfiduciato, dicendo che erano guidati dal clan Zagaria; uscirono così degli articoli di stampa e lui divenne noto, sicché fu impossibile portare a termine l’azione; la stessa sarebbe stata immediatamente ricondotta a noi. Zara, una volta eletto, cominciò a mettersi contro il clan per cui doveva essere punito”.