Si chiama “Il traffico” il singolo che lancia il conto alla rovescia verso il prossimo album di ‘o Zulù, alias Luca Persico, storico frontman dei 99 Posse al suo secondo album da solista, “Bassi per le masse”, che uscirà il prossimo 25 gennaio.
La metafora del brano muove dalla citazione del film di Roberto Benigni “Johnny Stecchino” e la celebre scena dove, in terra di mafia, il traffico viene indicato come il problema più grande. Con il featuring di Valerio Jovine, le musiche di Stanislao Spike Costabile e il missaggio di Madaski, Zulù tra durezza, ironia e irriverenza presenta la realtà italiana del nostro tempo fatta di distrazioni futili e rincorsa al “primato nazionale” attraverso l’uso dei social network divenuti amplificatore di un hate speech permanente contro nemici immaginari, dai migranti ai meridionali, mentre povertà, disoccupazione, devastazione ambientale e corruzione restano i drammi nascosti del nostro paese. Una sorta di cortina fumogena alimentata ad arte da politici, spin doctor e media strategist che rinchiude le persone in un mondo virtuale mentre nelle strade i drammi sociali passano in secondo piano.
“Sostenere che gli italiani siano tutti razzisti è una generalizzazione oltre che un messaggio sbagliato – spiega ‘o Zulù – questo non è il paese reale, anche se è certamente il riverbero di investimenti sempre minori sulla scolarizzazione e della mancata educazione familiare verso valori come la tolleranza e il rispetto. L’attuale propensione al razzismo risponde a dati elettorali spesso falsati e a una percezione amplificata dai social network. Il resto sono solo proiezioni e il frutto dell’hate speech”. Così mentre la realtà ci consegna “traffico ai confini per la fuga dei cervelli, traffico di armi, droga, denaro e gioielli, di informazione, di organi e schiavi che intasano i caselli” l’italiano medio è stretto nella scelta del se “viene prima un bambino italiano o un rimbambito padano”.
L’incipit del video, curato da InColore con la regia di Gianluigi Sorrentino, rimanda a un’altra citazione cinematografica, “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, dove il dialogo tra Vincent, Jules e Marvin viene rimodulato su una discussione sull’uso della rete. Il finale resta uguale: bisogna sempre avere un’opinione. “È la percezione di un ingorgo sociale, più che automobilistico – sottolinea o’Zulù – per raccontare un paese che non è invaso, ma che al contrario si sta svuotando”. Un singolo che lo stesso Zulù definisce “impopolare”, senza alcuna soluzione imposta ma con la consapevolezza che “un mondo diverso è ancora possibile”.
“Il traffico” anticipa l’uscita di “Bassi per le masse” che vedrà la partecipazione di decine di ospiti che hanno accompagnato o’Zulù nel suo nuovo viaggio artistico, politico e musicale.
conunicato stampa